Con l'espressione movimento laudiano ci si riferisce al movimento teologico portato avanti in Inghilterra agli inizi del XVII secolo dall'arcivescovo di Canterbury William Laud, fidato del sovrano allora reggente Carlo I.
William Laud portò in Inghilterra quel clima che si era propagato nelle Province Unite già all'inizio del Seicento per opera di Arminio il quale aveva postulato una ritrattazione della confessione calvinista.
In ossequio all'arminianesimo, l'arcivescovo William Laud, sostenuto dal sovrano Stuart, intendeva riorganizzare l'ambiente ecclesiastico dominato preminentemente dai "Godly" e dalle forze calviniste che premevano a loro volta per una restaurazione radicale della chiesa anglicana (in senso calvinista). Sospettato da più fronti di contemplare un clima favorevole al cattolicesimo venne accusato soprattutto dai Puritani di voler sobillare le ormai esigue forze cattoliche rimaste in seno alla società inglese.
I sospetti diventarono certezza allorché lo stesso sovrano Carlo I, in linea con la tradizione filo-cattolica del casato, rifiutò di firmare un decreto parlamentare che proponeva la repressione militare per sedare una rivolta cattolica scoppiata in Irlanda negli anni trenta. Il "patto del popolo" (Commonwealth) conseguito dalle forze parlamentari di Oliver Cromwell con la guerra civile (1642-1649) decretò la fine del regno di re Carlo I (ucciso dalle forze di Cromwell) e la stessa condanna a morte dell'arcivescovo William Laud (1649).